Numero 1 si diventa by K. Anders Ericsson & Robert Pool

autore:K. Anders Ericsson & Robert Pool [Ericsson, K. Anders]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788820095055
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2019-03-24T16:00:00+00:00

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I principi della pratica intenzionale nella vita quotidiana

NEL 2010 ho ricevuto un’e-mail da Dan McLaughlin di Portland, nell’Oregon. Aveva sentito parlare delle mie ricerche sulla pratica intenzionale da varie fonti,1 tra cui il libro di Geoff Colvin La trappola del talento, e voleva usarle per diventare un golfista di professione.2

Per farvi capire l’audacia di ciò che Dan si prefiggeva, devo spiegarvi alcune cose sul suo conto. Non faceva parte della squadra di golf né al liceo né al college. Anzi, non aveva proprio mai giocato a golf. Era stato qualche volta in un campo con gli amici, ma non aveva mai giocato un intero giro di diciotto buche in vita sua. A trent’anni non aveva mai praticato alcuna attività agonistica.

Ma aveva un piano, e faceva sul serio: voleva lasciare il lavoro da fotografo commerciale e dedicare circa sei anni a imparare il golf. Avendo letto il libro Fuoriclasse di Malcolm Gladwell e preso alla lettera la «regola delle diecimila ore», immaginava che dopo altrettante ore di pratica intenzionale avrebbe potuto iscriversi al tour della Professional Golfers’ Association. Prima di tutto doveva essere ammesso al torneo di qualificazione della PGA e ottenere un buon piazzamento per ricevere una tessera di accesso alla competizione nel tour vero e proprio.3

Un anno e mezzo dopo aver dato avvio al suo progetto, il cosiddetto Piano Dan, ha concesso un’intervista alla rivista Golf.4 Quando il giornalista gli ha chiesto perché lo facesse, Dan ha dato una risposta che mi è piaciuta molto. Non gli andava l’idea che solo certe persone possano avere successo in alcuni ambiti: che solo chi ha una mente razionale ed è «bravo in matematica» possa fare il matematico, che solo le persone di corporatura atletica possano praticare sport, che solo le persone musicalmente dotate possano diventare davvero brave a suonare uno strumento. Questo modo di pensare dà alle persone una scusa per non impegnarsi in attività che potrebbero trovare molto divertenti e per le quali potrebbero persino scoprirsi portate; e lui non voleva cadere in quella trappola. «Questo mi ha ispirato a provare qualcosa di completamente diverso da ogni cosa che avessi mai fatto prima. Volevo dimostrare che ogni cosa è possibile, se sei disposto a dedicarle abbastanza tempo.»

Ancor più di questa dichiarazione, mi è piaciuto che Dan avesse capito che la pratica intenzionale non è solo appannaggio dei bambini che iniziano una vita di studio e allenamento per diventare maestri di scacchi, atleti olimpionici o concertisti di fama mondiale. Né è prerogativa esclusiva dei membri di grandi organizzazioni, come la marina degli Stati Uniti, che possono permettersi di sviluppare programmi di addestramento intensivo. La pratica intenzionale è rivolta a chiunque abbia un sogno. A chiunque voglia imparare a disegnare, a comporre un codice informatico, a fare il giocoliere, a suonare il sassofono, a scrivere «il grande romanzo americano». È diretta a chiunque voglia giocare meglio a poker o a softball, diventare un venditore più bravo, imparare a cantare. È per quanti vogliono assumere il controllo della propria vita e creare il proprio potenziale, senza credere di aver già raggiunto il limite massimo delle proprie capacità.

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